Poesie di: Massimo Botturi

LA SPOSA DELL’ESTATE

Lo so, è per quell’inguine in bronzo
che non dormo.
Per la promiscuità della donna in questa stanza.
Per quel suo umore umido di borotalco e uva.
La sposa dell’estate la chiamo
un po’ alla vecchia
un po’ inventando un corpo ragazzo.
Su quei fianchi
io vendo l’oro e gioco fortune, do via tutto
perché di tutto lei c’ha bisogno
e ho poco ancora
da titillare questi capelli, o farmi furbo.
Ho poco come gli alberi rossi dietro casa
che perdono il soffitto
e mi fanno l’ombra molle;
di un quarto d’ora appena
e ormai poca giù ne viene.

——————————————————————–

AZZURRA

Lo devo proprio dire, che sento il fosso
e il ramo
venirmi come pertica d’ombra sulla fronte.
Quando nel cielo è lancia che figge
il sole buono, e per i campi
alcun animale muove il passo.
Lo devo proprio dire
che azzurra sei di nome;
nel tuo vestito lungo di sonno e di concerti.
Venuta al mondo solo in quell’attimo incantato
che qui dividi l’aria come un gran vogatore.
Con un ventaglio d’osso e di seta,
un lieve accenno,
di acqua di fontana e saliva
se poi poggi
con arco discendente la calma sul tuo seno.

——————————————————————–
ARGO

M’era concesso,
nei pomeriggi afosi,
poggiarmi come canna su un fiume
accanto a loro.
La sottoveste mondi sommersi era mia madre
là sulla gamba un neo come obolo;
e mio padre
a far da muro con la sua schiena
rossa e bianca.
La stessa inclinazione veduta in un vigneto
riverberi di sole e di lago più lontani.

Nell’immobilità di quei corpi io nuotavo
tagliavo il pane e avevo due amici
stavo bene, come in un otre l’olio migliore.
L’ombra in terra
sembrava il manto lustro del cane più fedele
un cenno e si sarebbe svegliato
e poi voltato
per darmi la sua lingua sopra le mani tese.
Un cenno e ancora avremmo smarrito
anni e nome.

11 pensieri su “Poesie di: Massimo Botturi

Lascia un commento