Nasce a Pollone nel 1925, artista amante della montagna, vive con la stessa un rapporto non solo contemplativo ma anche attivo, partecipando a due spedizioni in Himalaya, una delle quali “Garwhal 1986″.
La sua casa è immersa nei boschi, a Pollone e là si ritrova a lavorare, molto spesso istruendo allieve all’arte.
Le sue opere sono acqueforti/puntasecca, numerate o prove d’autore, ove Placido narra la natura e i suoi silenzi, interpretati con mano fine e delicata, tratteggi sfumati e linee semplici. Note sono le sue nevicate, ove solo i contorni delle baite o delle rocce illudono il senso della neve.
Scultore su legno, marmo, pietra, corpi sinuosi e morbidi, nudi di donne distese, come spesso li ritroviamo nelle sue acqueforti. Le donne non hanno volto, sono i loro corpi che narrano la propria sensuale femminilità.
Le montagne scalate, i ricordi di amici scomparsi, bozzetti, dediche: il panorama di Placido è vasto tanto da diventare di diritto uno degli artisti biellesi più affermati, arrivando ad esporre in tutto il mondo.
La sua passione per la montagna gli viene riconosciuta anche dagli stessi alpinisti che aprono “La via Placido” sulla parete nord del Monte Bechit, arrampicata di 120 metri di sviluppo e con difficoltà massima VIa.
Giorgio Marinoni, artista pollonese nato nel 1956, prende spunto dai disegni di Placido Castaldi per dipingere a pastello la natura che lo circonda.
Anche l’editoria biellese cura l’artista e pubblica “I nudi di Placido Castaldi” del 1983 e “Il pianeta di Placido Castaldi” del 2011.
Nel dicembre 2010, la Fondazione Cassa di Risparmio espone alcune sue opere nella mostra ” La collezione in mostra” ove vengono esposte opere di artisti biellesi di proprietà della Fondazione stessa.
Nel marzo 2011, a Palazzo Ferrero, gli verrà dedicata una intera mostra “”Il pianeta di Placido Castaldi” dove sono state esposte un centinaio di opere tra disegni, pitture e sculture che ripercorrono il percorso artistico dell’artista di Pollone.
Placido aveva una bella e giocosa amicizia con mio padre, Lanfranco Lorenzetti e a lui sono dedicati alcuni disegni. Anch’io, nel mio piccolo, ho un’opera dedicata, lo schizzo di un bosco della Westfalia. Ricordo, avevo 15 anni, a cena la notte di Capodanno con la mia famiglia a casa di Placido, immersa nel silenzio del bosco, una cena che ricordo con curiosità visto che per la prima volta ebbi modo di assaggiare la carne servita con la marmellata di frutti di bosco. Placido prese un album per appunti e in pochi momenti i tocchi della sua matita mi fecero entrare nei boschi della sua mente.
Chiara